La Sacra di san Michele

All’inizio della Valle di Susa, che si trova in Piemonte (Italia), si incontra il Monte Pirchimiano, la cui cima raggiunge quasi i mille metri di altezza sul livello del mare. Dalla sua vetta si vede, ad est, la grande pianura padana e ad ovest parte delle montagne alpine occidentali. La Valle di Susa è  infatti una delle strade di collegamento tra la Francia e le terre italiane.

 

Sui fianchi di questa montagna furono edificate nel X e XI secolo le prime cappelle dedicate all’arcangelo San Michele e, successivamente, fu costruito un imponente monastero benedettino dedicato allo stesso arcangelo, detto Sacra di San Michele, per sottolineare con forza che ci si trova in presenza di uno spazio sacro. Prima dell’anno 1000, il culto dell’arcangelo San Michele era già diffuso in tutta Europa. La Chiesa copta lo aveva introdotto a partire dal IV secolo e tale culto acquisì molta forza prima del volgere del millennio, anche a seguito della paura della fine del mondo che si era diffusa in tutto il continente, e il culto e il fervore per questo arcangelo erano divenuti così molto importanti.

L’arcangelo San Michele come essere celeste appartiene alla corte di Dio. Appare nella Bibbia come il capo supremo degli eserciti celesti dedicati a combattere gli angeli ribelli e malvagi. Per questo è rappresentato con lancia o spada, scudo protettivo e, a seconda del tempo, vestito con ornamenti militari o con una tunica. Altre volte è dipinto con una bilancia tra le mani, in quanto agisce come un pesatore di anime, cioè colui che misura le azioni delle persone e ne fissa il destino eterno. Non sorprende quindi che molti dei monasteri a lui dedicati siano un misto di edificio religioso e fortezza. Se diamo uno sguardo alla distribuzione di questi monasteri, troviamo la loro presenza in aree geografiche molto diverse. In Inghilterra, al largo della Cornovaglia, troviamo la montagna di St. Michael, che è un’isola molto vicina alla terraferma e sulla quale è stata costruita un’abbazia dedicata a questo arcangelo. Sulla costa della Normandia si incontra Mont Saint Michel che a sua volta è un’isola e sopra di essa è stato costruito un monastero. In Italia meridionale, la leggenda narra che l’arcangelo apparve per compiere un miracolo e chiese che fosse eretto un santuario in suo nome; sul monte Sant’Angelo vi è così un santuario e una grotta molto venerata dedicati all’arcangelo. E questa linea di monasteri e santuari continua fino a Gerusalemme. Anche in Catalogna ci sono  numerosi eremi e monasteri dedicati a Sant Miquel, come Sant Miquel de Cuixa consacrato nel 947 o la grotta di Sant Miquel del Fai nelle Vallès Oriental. La Sacra di San Michele sembra dunque far parte di un antico percorso di pellegrinaggio dedicato al culto di questo santo.

Per arrivare alla Sacra dobbiamo andare direttamente alla Valle di Susa, dopo si scende lungo questa valle fino a raggiungere la città di Avigliano, nei cui pressi troveremo le indicazioni per raggiungere la Sacra di San Michele. Una volta lasciata l’auto nelle vicinanze, prenderemo un sentiero che attraversa un fitto bosco di faggi e che ci porterà ai piedi di questo edificio religioso connotato da una grande verticalità. Giunti ai suoi piedi, si alza lo sguardo per cogliere la monumentalità e la verticalità di questo monastero che per molti secoli ospitò una comunità benedettina che raggiunse la sua massima espressione nel corso del Trecento.

Attraversare la Sacra significa avviarsi a salire le scale, attraversare le porte, passare sotto i contrafforti, fino a raggiungere la cima dove si trova la chiesa e dove si può godere della pace e della luce dello spazio. Dopo aver goduto del calore che il tempio ci offre, dobbiamo uscire per ammirare l’ambiente circostante. Da questi mille metri di altitudine possiamo godere dell’immensità delle montagne alpine, alcune delle quali superano i tremila metri, e dell’ampiezza della pianura in cui scorre il fiume Po che si perde all’infinito. Siamo in uno spazio unico dove l’interno e l’esterno sono due facce della stessa medaglia. La forza di questo spazio, che è una continuazione della stessa roccia, favorisce interiormente il silenzio e il raccoglimento, mentre all’esterno ci apre alla contemplazione della natura. Il 14 luglio 1991 Giovanni Paolo II visitò la Sacra come un semplice  pellegrino e lasciò una benedizione per queste terre. Riporto le ultime parole:

Per l’intercessione dell’Arcangelo San Michele,fa scendere copiosa la tua benedizione su questa Valle,sulle sue città e i suoi paesi,sui responsabili del bene comune,sulle famiglie e le comunità,sulle parrocchie e le associazioni,sui bambini e sui giovani,sugli ammalati e sugli infermi,sui turisti e sugli stranieri,affinché tutti possano crescerenella loro dignità di uomini e figli di Dio.”

Tradotto: Gianni Tabachi

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